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Archetipi delle Fiabe – Raccontare e raccontarsi

Perché ancora risultano affascinanti gli archetipi delle fiabe?

Jung ci ha parlato di archetipi quasi un secolo fa, da allora numerosi studiosi e studiose hanno provato a rintracciarli ovunque: nelle storie, nelle leggende, nelle narrazioni e nelle fiabe.

Cominciamo a definirli: dal greco  ὰρχέτυπος (archetipos), primo esemplare, questo concetto rimanda all’esistenza di simboli universali, rintracciabili in tutte le epoche, culture, etnie. Trasversali a caratteristiche personali, quali genere, età, educazione ricevuta e a tutto ciò che vi viene in mente. Un simbolo inteso come significato profondo, che oltrepassa quello apparente, condizionato da esperienze, storia, cultura, stereotipi. Che esiste da sempre, da prima di tutto ciò che può aver attribuito altri sensi, oltre a quello intrinsecamente legato a caratteristiche che non parlano alla parte razionale di noi, ma a quella inconscia, istintiva, arcaica, primitiva. Un simbolo che racchiude significati profondi appartenenti a tutta l’umanità. Un simbolo che ci mette tutte e tutti in comunicazione.

Indice

Jung e gli archetipi

Marie Louise Von Franz e gli archetipi delle fiabe

Come possono curare gli archetipi e la narrazione di sé tramite i personaggi delle fiabe?

Jung e gli archetipi

L’archetipo è un concetto appartenente alla filosofia, all’antropologia, alla storia e a tutte le discipline che si sono interessate allo studio dell’uomo e delle origini del suo pensiero e delle sue azioni nel mondo, ma è con lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung (1875 – 1961) e la sua psicologia analitica che l’archetipo diventa approfondito oggetto di studio ed entra a pieno titolo nella stanza di analisi. Jung definisce gli archetipi come una tendenza innata umana a usare la stessa «forma di rappresentazione a priori» contenente un tema universale strutturante la psiche, comune a tutte le culture ma rappresentato in varie forme simboliche.

L’archetipo è per la psicologia junghiana un processo psichico fondante della cultura universale umana perché esprime modelli elementari di comportamento e rappresentazioni derivanti dall’esperienza in tutti i tempi della storia, in connessione con un altro concetto fondamentale, quello di inconscio collettivo.

Gli archetipi compaiono nei miti, nelle religioni, nei sogni; formano categorie simboliche che strutturano la psiche e orientano il soggetto verso la sua evoluzione interiore, da lui definita  individuazione. Sono «potenziali di energia psichica» costituenti tutte le attività umane e incarnano nello spazio della mente depositi permanenti di esperienze reiterate per generazioni.

Il concetto ha conosciuto, dopo Jung e fino alle moderne teorie scientifiche, una rinascita che lo rende una teoria che rimane attuale.

Marie Louise Von Franz e gli archetipi delle fiabe

archetipi delle fiabe

Esponente di spicco della corrente “classica” della psicologia analitica e allieva diretta di Jung, questa studiosa si dedicò con passione alla comprensione psicologica della fiaba, dei sogni, del tempo e del simbolismo alchemico. Scrisse oltre venti volumi di argomento psicoanalitico, esplorando gli elementi archetipici, sotto forma di ambienti, oggetti e personaggi che a suo parere nascondono e rivelano, a livello simbolico, significati precisi che costituiscono il Sé integrale dell’individuo, in una continua e complessa dinamica dialettica ed emotiva.

Ciascun personaggio, rintracciabile in tutte le fiabe del mondo, talvolta con connotazioni e sfumature diverse legate alla cultura di appartenenza, rappresenta una arcaica e fondante caratteristica di personalità, secondo uno schema rintracciabile nella teoria junghiana dei tipi psicologici.

Questi personaggi interagiscono tra di loro creando storie, trame, dinamiche che arrivano all’inconscio, sia del bambino, sia dell’adulto, con chiarezza. L’inconscio non conosce sfumature, i simboli sono connotati, tutto viene poi integrato, con un lavoro di scoperta di sé e individuazione, a livello di vita e relazioni personali. 

Ciascuna/o crea la propria storia, facendo interagire le parti che lo/a compongono. L’obiettivo del lavoro con gli archetipi delle fiabe e rappresentare sé stessi, comprendersi, apportare modifiche alla storia che siano funzionali alla propria vita interiore.

Come possono curare gli archetipi e la narrazione di sè tramite i personaggi delle fiabe?

Abbiamo detto che i personaggi delle fiabe, racchiudono caratteristiche archetipiche umane, quindi appartenenti a tutte e tutti. Rappresentano parti di noi, raccontano esperienze, emozioni, vissuti, difetti e pregi. Se li facciamo interagire in una storia, abbiamo la possibilità di vedere tutto ciò in azione, di ri-vederci nel procedere narrativo, di mettere mano alle nostre parti, dopo averle conosciute e comprese. Se questa narrazione avviene poi tramite l’intreccio di racconti di più persone, ecco che la narrazione assume la connotazione di una vera e propria messa in scena delle modalità relazionali, degli scambi, delle dinamiche che a volte son o disfunzionali e ci portano a provare fatica e sofferenza. Il/la terapeuta può utilizzare lo stesso linguaggio, invitare alla riflessione, rileggere la storia e farla continuare in un modo più costruttivo. Può destrutturare e ristrutturare il percorso narrato, al fine di destrutturare e ristrutturare quello interiore.

Le storie curano perché parlano e contengono parti di noi e solo noi possiamo agire per creare una nostra nuova storia.

Ti consigliamo il nostro corso per conoscere questo divertente e profondo strumento di lavoro, da utilizzare nella clinica, ma anche nella costruzione di storie con adulti e bambini/e.

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