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Gioco di ruolo e facilitazione di processi

In questo articolo si illustrerà in breve come il gioco di ruolo permetta la facilitazione di processi di apprendimento, sociali e identitari negli individui che vi partecipano. Per chi, a seguito di questa lettura sarà interessato, fornirò alcuni spunti di approfondimento.

INDICE:

Il gioco di ruolo: tra divertimento e utilità

Le origini

Role Play Games da Tavolo

LARP o il gioco di ruolo dal vivo

Psicoludìa e gioco di ruolo


Il gioco di ruolo: tra divertimento e utilità

Innanzitutto andiamo chiarire di cosa si sta parlando con alcune definizioni: il gioco di ruolo è un’attività in cui i partecipanti interpretano i ruoli di personaggi immaginari in un contesto fittizio.

Può essere usato come training quando, per esempio, in un corso di formazione aziendale, si desidera permettere alla persona di familiarizzare con un determinato ruolo (role training), oppure nei corsi di soft skills quando è necessario attraversare una fase esperienziale su temi quali comunicazione, negoziazione o mediazione.

Indipendentemente dall’uso che se ne è fatto, la caratteristica principale del gioco di ruolo è che è divertente, emozionante e coinvolgente. Per questo, da poco prima degli anni ’80, è diventato un’attività di stampo ludico e di intrattenimento.

Le origini

L’inventore di questa tecnica di intervento fu il medico psichiatra Jacob Levi Moreno. Sull’interpretazione di ruoli diversi dal proprio si fonda la metodologia psicodrammatica, ancora oggi usata in tutto il mondo. Lui stesso la promosse e la implementò in diversi ambiti (educativi, formativi e soprattutto psicoterapeutici).

L’obiettivo del mettere una persona nei panni di altri nello psicodramma è quello di permetterle di osservarsi con occhi diversi dai propri, far emergere stati d’animo ovvero permettere la ri-significazione di determinati eventi, anche traumatici. La scena si svolge generalmente davanti a degli osservatori e prevede la partecipazione di altre persone. Al termine dell’attività, a scopo integrativo, ogni componente del gruppo sia partecipante sia osservante, racconta cosa di quella scena ha risvegliato della propria storia. Il vantaggio dell’operare in una situazione di semi-realtà (setting simulato ma emozioni e ricordi autentici) permette di offrire uno spazio protetto e non giudicante di rielaborazione e sperimentazione di nuovi ruoli.

Da allora, il gioco di ruolo, proprio per forte potere di coinvolgimento emotivo, è diventato anche un’attività ludica di tipo narrativo, da giocare sia “da tavolo” sia dal vivo (LARP).

Role Play games da tavolo

Un esempio di gioco di ruolo da tavolo è il celebre Dungeons & Dragons che si può osservare all’inizio della celebre serie Stranger Things. Per chi ha visto la serie apparirà chiaro il livello di coinvolgimento emotivo legato alla stessa attività.

Questo tipo di gioco di ruolo è usato spesso anche in ambito terapeutico, educativo e didattico. Grazie proprio al coinvolgimento emotivo e in prima persona di cui si è parlato prima, si può affermare che il gioco di ruolo offra spunti di lavoro estremamente profondi a livello di esplorazione emotiva, di riflessione su schemi di pensiero, rielaborazione di traumi, cambiamenti di prospettiva e, se gestito in gruppo, sviluppo di abilità sociali.

La dott.ssa Martina Migliore ha scritto un gioco di ruolo adatto alla rielaborazione di traumi (lo racconta nel corso Superhero Therapy, giochi di ruolo e psicoterapia cognitivo comportamentale”), oltre ad aver scritto un interessante articolo: I giochi di ruolo: tra divertimento e applicabilità terapeutica“.

LARP o gioco di ruolo dal vivo

Nel gioco di ruolo dal vivo (LARP), il partecipante al gioco estende l’interpretazione agli aspetti corporei, prossemici, verbali e paraverbali, sinestesici e di contatto corporeo, talvolta anche con l’aiuto di costumi e scenografie.

Nato con finalità di intrattenimento, il larp ha ben presto dimostrato di essere un’attività dall’impatto emotivo estremamente significativo. Recentemente, sulla scia di diversi studi partiti in nord Europa, si è cominciato ad approfondire le potenzialità educative, didattiche e formative di questa attività. Si sono anche individuate tecniche specifiche che possano facilitare e valorizzare tali potenzialità.

In rete si trovano diversi contributi. Alessandro Giovannucci scrive un articolo sulla pagina di Wu Ming Foundation dall’imprescindibile valore sociale: “Abitare mondi diversi. Traiettorie ed evoluzioni del New Italian Larp (quattro anni dopo e nel post-pandemia)”

Per approfondire il tema del larp educativo, potete consultare il manuale a cura di Andrea Maragliano Edu-Larp game design per giochi di ruolo educativi.

Come il gioco, in particolare il gioco di ruolo dal vivo, possa interagire positivamente sulla motivazione all’apprendimento durante l’adolescenza è stato raccontato dalla Dott.ssa Annalisa Corbo e il Dott.Matteo Miceli nell’articolo “Adolescenti in gioco: l’educational Live Action Role Play” nella Rivista di Scienze Sociali.

Di seguito un esempio di “istruzioni” per condurre il larp “Missione Medea”. Ideato per le attività didattiche dell’ONG Emergency all’interno del progetto “Storie Vicine”, affronta con approccio interculturale le tematiche della guerra e dei fenomeni migratori.

Psicoludìa e gioco di ruolo

Proprio per il dimostrato potere trasformativo dell’interpretazione di altri personaggi e per l’interesse a tecniche utili che possano aiutare i professionisti della relazione, tra i nostri corsi trovate due richiami importanti al gioco di ruolo.

Il già citato corso Superhero Therapy, giochi di ruolo e psicoterapia cognitivo comportamentale” a cura di Martina Migliore.

Il gioco di ruolo dal vivo e le carte Dixit nella conduzione dei gruppi con metodi attivi a cura di Annalisa Corbo. In questo corso il gruppo sperimenta un gioco di ruolo dal vivo dove la definizione dei personaggi avviene attraverso un’auto-esplorazione facilitata dalle le Carte Dixit.

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