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L’integrazione dell’uso delle carte Dixit nella Sand Tray Therapy

In questo articolo parleremo di un approccio integrativo alla terapia combinando l’uso della Sand Tray Therapy e delle carte Dixit. Questa integrazione rende più efficace il processo di creare rappresentazioni simboliche delle emozioni ed esperienze del paziente.

Nello spazio libero e protetto offerto dal vassoio di sabbia il gesto ludico nella costruzione del mondo rappresentato, diventa un gioco dove mettere in scena attraverso le miniature e le Dixit il suo mondo interno.


INDICE

La nascita delle terapie con la sabbia

La differenza tra la Sand Tray Therapy e la Sand Play Therapy

L’efficacia dell’utilizzo della terapia con il vassoio di sabbia

L’utilizzo delle carte Dixit nella Sand Tray Therapy

Conclusioni


La nascita delle terapie con la sabbia

Un vassoio, sabbia, acqua e oggetti in miniatura: questo è il materiale che la pediatra e psichiatra infantile britannica Margaret Lowenfeld iniziò a utilizzare nel 1929 sia nella sua Clinica per bambini nervosi e difficili (in seguito ribattezzata Istituto di psicologia infantile, ICP). Nel suo lavoro privato per permetteva ai bambini di condividere i loro mondi interiori. Il suo intento era quello di trovare un modo per entrare in contatto con la vita interiore dei bambini e per comprendere le idee, i sentimenti e le emozioni che spesso non erano in grado di comunicare a parole.

La Lowenfeld ha iniziato a offrire ai bambini l’opportunità di esprimere i propri pensieri e sentimenti e di riflettere su ciò che stavano vivendo utilizzando giocattoli e vassoi di sabbia (Sand Tray). I bambini rispondevano immediatamente con entusiasmo e coinvolgimento e ha quindi continuato a sviluppare questo approccio presso l’Istituto di Psicologia Infantile.

Gli strumenti: vassoi con sabbia bagnata e altri con sabbia asciutta, oltre a un armadietto con oggetti suddivisi in varie categorie come animali, persone, edifici, veicoli, elementi naturali, ecc. Erano disponibili anche strumenti come pale, imbuti e setacci, che i bambini potevano utilizzare per sperimentare le diverse trame della sabbia, sia bagnata che asciutta.

La Lowenfeld chiamò questo metodo la Tecnica del Mondo (The World Technique), ispirandosi alla parola “Mondo” che un bambino aveva usato per descrivere ciò che aveva creato con la sabbia e i giocattoli.

Queste idee si sono evolute nel corso degli anni nella sua teoria del pensiero non verbale dei bambini. È dalla Tecnica del Mondo che prende l’avvio sia la terapia del vassoio con la sabbia (Sand Tray Therapy), che la terapia del gioco della sabbia (Sand Play Therapy).

La differenza tra la Sand Tray Therapy e la Sand Play Therapy

La Sand Tray Therapy è un tipo di psicoterapia efficace per lavorare sia con adulti che con bambini nell’elaborazione dei ricordi traumatici e nell’espressione del proprio vissuto interiore, aiutando a dare voce alle emozioni. Come l’arte terapia, è una terapia proiettiva ed espressiva, caratterizzata dalla sua flessibilità e adattabilità. Questa terapia può essere sia direttiva, con il terapeuta che guida il paziente nell’espressione dei propri vissuti attraverso compiti specifici, sia non-direttiva, permettendo al paziente di “creare il proprio mondo” nel vassoio in totale libertà.

Nella Sand Tray Therapy si utilizzano piccole miniature come persone, animali, edifici, recinzioni, alberi e oggetti vari come scale, pietre e panchine, da disporre sulla sabbia in un vassoio. Il vassoio può essere di metallo, legno o plastica, di dimensioni adeguate ma abbastanza profondo da contenere la sabbia, che può essere bagnata o asciutta (se prevista, deve essere fornito anche un vassoio con sabbia asciutta). Molti dei giocattoli possono essere fatti in casa o acquistati in negozi diversi, come suggeriva la stessa Lowenfeld, evitando set standard che potrebbero sembrare irrealistici.

La Sand Tray Therapy è un intervento terapeutico per il quale è necessaria una formazione adeguata e può essere integrato nei diversi modelli di psicoterapia e nelle varie impostazioni teoriche.

L’interesse per l’uso della sabbia nel processo di cura e lavoro con i bambini portò Dora Maria Kalf, allieva di Emma e Carl Gustav Jung, a partecipare nel 1956 a una conferenza internazionale sulla Tecnica del Mondo. Successivamente si trasferì a Londra per studiare con Lowenfeld e ideò la Sand Play Therapy, una variante junghiana della Tecnica del Mondo.

Nella Sand Play Therapy (Gioco della Sabbia) ai pazienti viene presentato un vassoio rettangolare poco profondo, riempito a metà con sabbia, e un’ampia selezione di miniature. Sono disponibili due vassoi: uno impermeabilizzato per la sabbia bagnata e uno per la sabbia asciutta. Il paziente deve realizzare una scena utilizzando le miniature, conservate su apposite scaffalature nella stanza di analisi, con il terapeuta formato presso l’AISPT (Associazione Italiana Sand Play Therapy).

Le scene create evocano aspetti archetipici profondi e attivano un processo di cambiamento autonomo nel paziente, che il terapeuta è in grado di comprendere, favorendo così il processo di guarigione.

L’efficacia dell’utilizzo della terapia con il vassoio di sabbia

La Sand Tray Therapy può essere utilizzata con tutti i tipi di pazienti e in tutte le fasi di sviluppo: dall’età infantile, all’età adulta.

Proprio per la tipica caratteristica di essere efficace senza necessità dell’uso della parola, viene principalmente utilizzata per la psicoterapia infantile. Con i bambini, la psicoterapia consiste in una terapia di gioco e l’uso della sabbia e delle miniature che essi amano molto, aggiunge al gioco libero la possibilità di un contenimento (lo spazio delimitato del vassoio) e la narrazione degli oggetti utilizzati, fondamentale per raggiungere il mondo interno del bambino.

La Sand Tray Therapy è preziosa perché

  1. Dà espressività ai problemi emozionali non verbalizzati;
  2. Fornisce un’esperienza sensoriale unica. La manipolazione della sabbia e delle miniature favorisce l’esplorazione del mondo interno;
  3. Serve a creare la distanza terapeutica necessaria dal paziente;
  4. Fornisce naturalmente confini e limiti che promuovono un senso di sicurezza alla persona.

L’utilizzo delle carte Dixit nella Sand Tray Therapy

Le carte Dixit nella pratica clinica sono utilizzate come strumento per facilitare l’emergere dei vissuti emotivi del paziente. Le immagini hanno il potere di comunicare anche quando mancano le parole, di rievocare esperienze passate insieme alle emozioni che le accompagnano, e di favorire la capacità riflessiva e il contatto con l’esperienza di vita della persona. Il paziente può vedere diverse possibilità di interpretazione della realtà e della situazione in cui vive, creando molteplici interpretazioni che variano a seconda del proprio vissuto.

Le carte Dixit contengono simboli sia positivi sia negativi che veicolano molteplici significati da esplorare. Questi significati acquistano valore all’interno del processo di psicoterapia, poiché possono essere ripresi dal paziente come riferimenti o chiavi di lettura della situazione problematica vissuta.

Come gli oggetti in miniatura, le carte Dixit e le loro espansioni possono essere utilizzate dal paziente e collocate all’interno del vassoio, per essere disposte liberamente nello spazio a disposizione. Le immagini bidimensionali, durante il tempo della narrazione, prendono vita nella mente del paziente, diventando tridimensionali come le miniature presenti negli scaffali della stanza. Il soggetto dell’immagine viene quindi usato per dare struttura e significato alle difficoltà vissute.

Il terapeuta può selezionare alcune carte oppure lasciare l’intero mazzo al paziente, che sceglie quelle che rispondono meglio alla richiesta iniziale del clinico. Le consegne possono variare: possono riguardare un aspetto identitario, relazionale o sintomatologico, un momento specifico della storia del paziente, oppure la rappresentazione della famiglia, del rapporto di coppia o altro. È importante che le consegne siano sempre legate agli elementi da indagare e condivisi con il paziente.

Il paziente sceglie liberamente le immagini dalle carte in risposta alla consegna, le dispone nello spazio del vassoio di sabbia e procede con il racconto e la riflessione. Questa integrazione della Sand Tray con l’uso delle carte Dixit non solo rafforza i risultati terapeutici, ma arricchisce anche l’esperienza del paziente. Fornisce strumenti ai pazienti, soprattutto ai bambini, per affrontare meglio le sfide emotive, sottolineando l’importanza degli interventi del terapeuta nel facilitare una terapia efficace.

Nell’ambito delle carte Dixit, attualmente, noi di Psicoludìa, abbiamo diverse offerte formative che si avvicinano al setting di intervento di cui si è parlato in questo articolo, come il corso Le carte Dixit in età evolutiva o Le carte Dixit nel setting Familiare. Ma non escludiamo di avviare una formazione dedicata proprio alla Sand Tray Therapy a breve (se vi interessa, scriveteci)

Conclusioni

In conclusione, l’integrazione della Sand Tray Therapy con l’uso delle carte Dixit rappresenta un approccio terapeutico innovativo e potente. Questo metodo combinato consente ai pazienti di esprimere e comprendere le proprie emozioni e vissuti interiori in modo creativo e simbolico, superando le limitazioni della comunicazione verbale. La capacità delle carte Dixit di evocare immagini e significati profondi, insieme alla dimensione tattile e spaziale della Sand Tray Therapy, crea un ambiente terapeutico ricco e stimolante. Tale approccio facilita non solo l’emergere dei vissuti emotivi, ma anche la riflessione e la rielaborazione delle esperienze, rendendo il processo di guarigione più efficace e coinvolgente. Questo metodo si rivela particolarmente utile con i bambini, fornendo loro strumenti adeguati per affrontare le sfide emotive in modo sicuro e supportivo, e sottolinea l’importanza del ruolo del terapeuta nel guidare e sostenere questo percorso terapeutico.

2 thoughts on “L’integrazione dell’uso delle carte Dixit nella Sand Tray Therapy”

  1. Articolo interessante e utile. Una sintesi chiara dell’ evoluzione storica della tecnica presentata e delle sue potenzialità.

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