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L’uso dei dadi narrativi per favorire la narrazione autobiografica

Come può un gioco come i dadi narrativi, altrimenti chiamati storycubes, favorire la narrazione autobiografica nei diversi contesti professionali? In questo articolo proveremo a scoprirlo.

Cosa sono i dadi narrativi?

Tipologie di storycubes

L’importanza dell’autonarrazione nella scoperta di sé

Come utilizzare i dadi narrativi nella pratica professionale

Cosa sono i dadi narrativi?

I dadi narrativi, o storycubes, possono essere definiti come tipologie di dadi, raffiguranti, su ciascuna faccia, un’immagine, generalmente stilizzata o molto semplice. Li potete trovare in modalità “tematica” (Natale, Giochi, Sport, Fantasia, etc.) o mista. La finalità principale di questo apparentemente semplice gioco è creare storie, narrazioni reali, fantastiche, romanzate, fantascientifiche o come il contesto e l’improvvisazione richiedono.

Ne esistono di varie dimensioni e colori, al fine di lasciare più possibile spazio alla creatività e all’immaginazione. Sono adatti a tutte le età, poiché la capacità di inventare storie, mettere in successione le immagini, creando una trama in cui si muovono e interagiscono personaggi, è un meraviglioso percorso che può svolgere sia la mente sia di un adulto, sia di un bambino.

Potete trovarli nei negozi di giocattoli, on-line, nei supermercati e nelle librerie.

Qui i più famosi e diversificati.

Tipologie di storycubes

Esistono numerose tipologie di storycubes, potete sbizzarrirvi a cercarli in rete. Psicoludìa, nel suo corso Dadi narrativi e giochi di parola nello storytelling, spiega addirittura come crearne di personalizzati, a partire da dadi di legno neutri, su cui disegnare a piacimento e in base al lavoro che si sta svolgendo.

Vi presentiamo qui qualche esempio:

Original Story Cubes

GLI ORIGINALI – Immagini miste, molto diverse tra loro. Aiutano a sviluppare creatività, associazioni libere, costruzione di storie a partire da elementi semplici e apparentemente lontani nel significato.

Actions Story Cubes

AZIONI – Le immagini richiamano azioni, talvolta compiute da piccoli omini. Utili a sviluppare pensiero attivo, dinamicità, progettazione.

Mystery Story Cubes

MISTERO – Per gli amanti di storie noir, da brivido, grottesche, questi dadi danno la possibilità di scoprire le proprie ombre e i famosi scheletri nell’armadio.

Come potete immaginare, l’assortimento è molto ampio e di marche diverse. Noi vi abbiamo presentato i più noti, ma ci piace pensare che andrete a curiosare in giro…

L’importanza dell’autonarrazione nella scoperta di sé

La narrazione di sé rappresenta un momento importante e complesso, necessario nei setting di ascolto e cura.

Raccontarsi e raccontare i propri vissuti, le proprie esperienze, le fatiche, i ricordi, le gioie, le sofferenze, i desideri e tutto ciò che ci riguarda non è affatto semplice. Significa contattare materiale talvolta sepolto, abbattere difese e resistenze, innalzate per proteggersi dal dolore. Significa anche svelarsi e raccontare segreti, di cui talvolta ci si vergogna.

Perché è tanto importante riuscire a farlo? Perché la consapevolezza di sé passa dal disvelamento e perché non esiste cura senza consapevolezza. Aprirsi e far emergere i nostri più reconditi ricordi e vissuti, significa darsi la possibilità di dare nuovi significati, nuove posizioni agli elementi, nuove connotazioni emotive. Significa riscrivere la nostra storia, alla luce di ciò che si è compreso di sé, di ciò che la vita ci chiede in quel preciso momento.

Quando la narrazione è condivisa, cioè include pezzi e frammenti di persone diverse all’interno di un gruppo o di una coppia, la questione si fa ancora più interessante. Cercare di armonizzare il nostro pezzo di storia con quello dell’altro è proprio ciò che le relazioni ci richiedono. Far comunicare il nostro personaggio con uno a cui non avevamo pensato o che non ci è di gradimento, è una sfida relazionale importantissima. Possono esserci scontri, conflitti, ricerca di soluzioni in sintonia, unioni e separazioni: ciò che conta è che la storia sia dotata di senso e che lo sia per tutti, anche a costo di tornare indietro, riprovare, fallire, ricominciare.

Come utilizzare i dadi narrativi nella pratica professionale

Riprendendo il paragrafo precedente, si può intuitivamente comprendere le varie possibilità di utilizzo nella pratica professionale.

Si possono lanciare i dadi, tutti o un numero selezionato e invitare la persona a raccontare una storia, utilizzando le immagini uscitee.

E’ possibile altresì fornire un input, a partire dal tema che vogliamo far emergere, inserirsi nella storia, per agevolare l’emergere di alcuni contenuti. Si può lasciare che venga raccontata la storia oralmente o per iscritto.

Nel gruppo si può dare il turno di parole o lasciare totale autogestione, per osservare le dinamiche comunicative e la capacità di ascoltare tempi e spazi altrui.

Consigliamo di rileggere la storia e farla ascoltare da chi l’ha narrata: l’effetto è sempre sorprendente ed emotivamente intenso. Quella storia che stiamo ascoltando siamo noi e sentirla con una voce diversa dalla nostra arriva profondamente nell’animo, come se, per la prima volta, qualcuno ci vedesse per davvero, in profondità.

I dadi narrativi possono essere utilizzati da psicologi e psicoterapeuti per agganciare contenuti rimossi o difficili da contattare ed esprimere. Da insegnanti per creare un racconto condiviso e far conoscere tra di loro i propri alunni. In qualità di mediatori culturali, per creare una narrazione condivisa tra persone venite da lontane e culturalmente distanti. In veste di educatori per portare alla luce difficoltà emotive in vari ambiti, tra cui quello scolastico. Come scrittori per agevolare la propria creatività espressiva e il fluire di una storia.

Anche in questo caso potremmo fare un infinito elenco, ma lasciamo che professionisti non citati possano trovare un modo personale per creare uno spazio in cui raccontare e raccontarsi sia di utilità per sé stessi e per il proprio lavoro. Ciò che più ci preme possa arrivare è, come sempre, la possibilità di utilizzare strumenti ludici per agevolare la conoscenza di sé, dell’altro delle relazioni, delle emozioni e di tutto ciò che rende le nostre giornate lavorative meravigliosamente ricche, intense e in grado di farci evolvere come esseri umani.

Tirate i dadi e les jeux sont faits!

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