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Terapia di coppia: il gioco come risorsa terapeutica

Qualsiasi professionista che si sia cimentato nella consulenza, terapia o mediazione di coppia, è al corrente delle difficoltà di questo specifico setting. In questo articolo parleremo di come la Psicologia Ludica possa rappresentare un validissimo strumento, per aiutarci nella gestione di dinamiche anche complesse nella terapia di coppia.

Indice

Le difficoltà del/lla professionista

Luisa e Francesco: la necessità di creare uno spazio comunicativo neutro

L’intervento ludico della terapeuta

La psicologia ludica: un sentiero di connessione per le coppie

Quali possibili giochi?

Le difficoltà del/lla professionista

Terapia di coppia

Cosa significa, esattamente, trovarsi nei panni dello specialista che si inserisce in una dinamica di coppia? Come venirne a capo, riuscendo realmente a sostenere i propri pazienti/clienti/assistiti?

Prendiamo atto, innanzitutto, della difficoltà, per il/la terapeuta, nella terapia di coppia, a collocarsi in una posizione neutra, in equilibrio tra due forze che, inevitabilmente, tenderanno ad attirare da una delle due parti. La difficoltà a non spostare il baricentro risiede in numerosi fattori, tra cui la risonanza emotiva, l’identificazione, la tendenza inconscia a voler proteggere una delle parti o riprendere l’altra, le esperienze personali, il bisogno di abbassare il conflitto e tanto altro. Come uscire dall’empasse o, comunque, creare un reale spazio neutro in cui trovarsi a proprio agio? Come lasciare che i membri della coppia, a loro volta, sentano di poter trovare un punto di incontro in equilibrio e comunione di intenti?

A volte, nella terapia di coppia, in seguito a colloqui, esplicitazioni e verbalizzazioni di istanze, fatiche, emozioni, desideri, progetti più o meno realizzati, spiegazioni e attacchi reciproci, risulta necessario inserire un “terzo”. Il terzo, in questo caso, può rappresentare una sorta di bolla da carpentiere, agevolando la ridistribuzione di energie, ruoli e significati, al fine di produrre una narrazione più armonica, circolare e costruttiva. Gli strumenti ludici, così come noi li pensiamo, possono essere di grande aiuto.

Luisa e Francesco: la necessità di creare uno spazio comunicativo neutro

Facciamo un esempio:

Luisa e Francesco entrano in studio con evidente tensione fisica addosso, si posizionano ciascuno ai bordi del divano, in evidente distanza. Inizialmente si sforzano di lasciare spazio verbale all’altro, secondo le indicazioni della terapeuta sui turni di parola, ma in breve tempo si crea uno squilibrio. Tendono a parlarsi addosso, interrompere, colpevolizzare, cercare di far prevalere il proprio vissuto e punto di vista. Tendono anche, tramite modalità linguistiche e corporee specifiche, a far prevalere il sé personale su quello dell’altro.

La terapeuta si inserisce numerose volte per riportare ordine, cercando di ridistribuire le responsabilità con equilibrio. La rabbia e il risentimento dei coniugi prende costantemente il sopravvento, anche quando ormai portata alla consapevolezza di entrambi.

Il forte conflitto e l’assenza totale di distribuzione equilibrata di energie relazionali, può creare difficoltà anche nel/nella professionista. Il/la terapeuta può sentire di aver messo in campo tutte le risorse razionali e cognitive per far comprendere e portare alla consapevolezza, ma rendersi conto che tutto ciò non è sufficiente.

L’intervento ludico della terapeuta

La/il terapeuta decide, a questo, punto, di far “giocare” i pazienti. Innanzitutto spezza, con un elemento nuovo e inaspettato, il loop verbale conflittuale. Crea dei momentanei spazi separati di riflessione, ad esempio nella scelta di una carta o di una parola che rappresenti un determinato tema (i figli, la sessualità, la visione della casa e della quotidianità, il proprio passato, etc). Prova quindi a far convogliare quelle scelte in uno spazio comune in cui creare una narrazione condivisa in cui ritrovarsi e lasciare voce all’altro. Una storia in cui coesistano le scelte di entrambi e dove, per fare ciò, risulta necessario rivedere le proprie, rileggerle alla luce della storia da costruire insieme, sforzarsi di integrare i pezzi dell’altro. Il gioco rappresenta uno spazio simbolicamente significativo in cui spostarsi dal ruolo predefinito che ci portiamo dietro e che, in quella specifica dinamica di coppia, è diventato disfunzionale, per trovare nuove risorse che non immaginavamo di avere o che pensavamo non servissero.

Ciascuna/o deve sforzarsi di rivedere il significato iniziale della carta scelta, per trovarne uno che, insieme a quello della carta del partner, possa costruire una storia di senso. Trovare un filo conduttore, un trama e dei personaggi che si sforzino di interagire per trovare soluzioni a problemi, diventa una necessità, al fine di dare un senso compiuto alla narrazione.

Le parole selezionate per raccontare una storia devono essere sfoltite, modificate e adattate per crearne, insieme a quelle dell’altro, una adatta e significativa per entrambi.

Le posizioni e posture del corpo devono provare ad armonizzarsi con quelle dell’altro.

La Psicologia Ludica: un sentiero di connessione per le coppie

La Psicologia Ludica offre un’opportunità unica per le coppie di affrontare la terapia in modo gioioso e coinvolgente. Attraverso giochi, attività creative e interazioni divertenti, si creano ponti di comunicazione e connessione profonda. Un ottimo strumento per affrontare la sfida della coppia e del percorso di comunicazione e comprensione reciproca.

Il gioco può rappresentare uno spazio neutro, al crocevia tra altri due, necessari e identitari, che spesso si posizionano l’uno nei confronti dell’altro in modalità oppositiva, conflittuale, polemica, aggressiva e distruttiva. Uno spazio in cui, al contrario, costruire, inserendo elementi personali e accogliendo quelli altrui.

Il gioco come spazio neutro condiviso

Quali possibili giochi?

Esistono numerosi strumenti ludici, alcuni da noi formalizzati e pensati sotto forma di strumenti psicologici e proposti nelle nostre numerose formazioni. Queste possono agevolare la comunicazione e la relazione.
In particolare, ci sentiamo di citare le seguenti quattro tipologie di giochi:

  • immaginativi: per mezzo di narrazioni co-costruite, in cui utilizzare immagini scelte da entrambi, si crea una storia che parli della coppia
  • di ruolo: in cui mettersi nei panni dell’altro o scoprire i risvolti del ruolo che ci giochiamo quotidianamente nella relazioni
  • iconografici: tramite la scelta di immagini proposte si comprendono sfumature, risorse, fatiche, emozioni nostre e dell’altro
  • corporei: per togliere spazio alle parole e lasciare esprimere il corpo in grado di comunicare vissuti ed esperienze profonde.

Il gioco, come sempre, apre porte nuove e creative che, automaticamente, impediscono di rimanere nella fissità e nella rigidità.

La terapia di coppia, così spesso caratterizzata proprio da quelle rigidità, trova, tramite il gioco, la possibilità di creare nuovi spazi di comunicazione e interazione.

Potete trovare alcuni suggerimenti di gioco terapeutico o di mediazione nel nostro corso.

Terapia di coppia

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